Uno, nessuno e ventitré

Landman

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Ingolosito dal cast, ho iniziato quasi per caso a guardare su Paramount+ questa serie da cui non mi aspettavo granché e che invece mi ha preso sin dai primi momenti. Quel pazzo di Billy Bob Thornton interpreta un dirigente di un’azienda petrolifera che si sbatte continuamente per risolvere problemi di ogni tipo: intrighi politici e finanziari, imprevisti sul campo, incidenti, furti e perfino trafficanti di droga. Non è un capo in giacca e cravatta da scrivania in ufficio, è un uomo pratico e operativo alla Mr. Wolf de Le Iene che, dopo aver perso tutto, vive esclusivamente per il lavoro. A scombussolare le sue giornate, già complicate, saranno la bella e provocante ex moglie e la bellissima e apertissima figlia, le quali lo raggiungeranno nella villa in cui abita con due amici che lavorano con lui. Nei paraggi c’è anche un altro figlio, riservato e intelligente che, senza volerlo, si caccerà nei guai. La trama è un susseguirsi di eventi che richiedono soluzioni affinché il flusso di petrolio e soldi non si arresti e il personaggio cazzuto di Thornton è l’intrattenitore, per la sicurezza con cui si destreggia, per le risposte sempre pronte, per il suo modo di vedere le cose. Ma il vero protagonista è il petrolio, intorno al quale si muove il Texas, con i suoi cappelli da cowboy, la musica country, gli ispanici, le lande desolate, i pozzi, le trivelle e tutto un sistema volto esclusivamente al profitto e all’indispensabilità nel mondo dell’oro nero. Se escludiamo le squallide e pallosissime carrellate di immagini su città e paesaggi che introducono ogni episodio, manco fossero i Caraibi, la serie si dimostra avvincente e divertente. Non fa affatto venir voglia di visitare il Texas ma fa sicuramente venir voglia di diventare ricchi petrolieri.

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