
Primo acquisto (regalo, in realtà) proveniente da Più Libri Più Liberi di quest’anno, una serie di racconti horror che hanno un unico filo conduttore: omicidi commessi da bambini innocenti. Innocenti sì, ben consapevoli però delle proprie azioni, visto che non ci sono possessioni demoniache o chissà quali altre entità a guidarli. Che poi, se ci si pensa, i bambini sono assolutamente capaci di incutere paura. O almeno di inquietare l’animo. Tanto quanto i clown, i nani, i cantanti neomelodici e i Teletubbies. Innocui all’apparenza, letali a distanza ravvicinata. Gli omicidi, più che l’horror, richiamano il genere splatter di cui il volume, nell’edizione originale nel 1989, è stato precursore in Italia. Allo stand della fiera, gli editori me lo hanno venduto bene. Il libro aveva avuto grande eco perché, insieme alla rivista con cui usciva in allegato, era stato oggetto di un’interrogazione parlamentare per istigazione a delinquere, con conseguente divieto di vendita ai minori. Un piccolo paradosso, se si pensa che il governo di allora era presieduto dal fu Andreotti, personaggio non proprio illibato e distante dalla delinquenza. La censura provocò di fatto il fallimento della casa editrice ma il volume ha resistito al passare degli anni ed è stato pubblicato con diversi altri editori. Le storie sono effettivamente agghiaccianti e disturbanti, come si usa spesso dire, grazie alla capacità di scrittura e alla fantasia malata dell’autore. Uno che, se lo incontrassi, mi farebbe venire i brividi. E invece no, perché Paolo Di Orazio è un simpaticone, fondatore e batterista del gruppo rock demenziale Latte & i Suoi Derivati di Lillo & Greg. Un libricino, quindi, che ha una sua storia, al di là di quelle al suo interno, peraltro protette da una copertina orribile, che tuttavia resta molto più rassicurante della faccia di un Teletubbie.
Paolo Di Orazio – Primi delitti




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