Uno, nessuno e ventitré

Parti e omicidi

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Una raccolta di racconti, dicono di successo, arrivata tra le mie mani attraverso il passaparola che, tra le altre cose, parlava di libro disturbante ambientato in un imprecisato futuro distopico. Argomenti per me sempre affascinanti. Tutto contento, lo leggo e, tra un parto e un omicidio, mi accorgo che di disturbante c’è poco o nulla, salvo la fantasia dell’autrice, capace di mettere in piedi storie estreme ed originali. Disturbante potrebbe averlo definito qualcuno abituato probabilmente ad altro genere di letture, tipo gli Harmony. Anche se, a dirla tutta, gli Harmony sono disturbantissimi. Quanto al distopico, sì e no. Il primo racconto, che prende tre quarti del volume e dà il titolo al libro, è effettivamente lo spaccato di una società che, almeno per ora, non esiste e che ha instaurato regole assurde per procreare per il bene comune. Gli altri racconti, seppur simili quanto ad eccessi, sono meno interessanti e sembrano non avere un vero finale. In tal senso, salverei l’ultimo che è di due pagine. I temi trattati, nel complesso, risultano però attuali e rispecchiano alcune paure della nostra cultura che l’autrice ha portato a livelli esagerati. Certo, le storie narrate sono assurde e allucinanti. Tuttavia, almeno concettualmente, non saprei quanto siano lontane dalla direzione in cui ci stiamo evolvendo. Per questo non parlerei troppo di distopia, semmai di esagerazione o esasperazione. Fatto sta che mi aspettavo di meglio. Tutto contento lo sono stato solo all’inizio. La lettura è intrigante ma non porta da nessuna parte e gli estremismi che potrebbero invitare a riflettere fanno invece quasi sorridere o, al massimo, scandalizzare. Come un romanzo Harmony.

Sayaka Murata – Parti e omicidi

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