
La buona notizia è che, delle oltre duecento pagine del libro, solo un centinaio rappresentano il fulcro dell’opera, le altre riportano le fonti storiche da cui l’autore ha attinto per approfondire questa indagine sulla distruzione della mitica Biblioteca di Alessandria. Buona notizia perché probabilmente non son degno di leggere Canfora, troppo colto e traboccante di conoscenza per permettermi di comprendere appieno i riferimenti, le citazioni e gli avvenimenti di cui scrive con nonchalance, come se stesse raccontando un favoletta. Ho avuto difficoltà a seguirlo soprattutto quando – spesso – descrive un evento mettendocene dentro altri con l’idea che tutti possano conoscerli. E sarà pure così ma per me non vale, nonostante sia sempre stato affascinato dal mondo antico, greco e romano, che qui è protagonista. Oltretutto, non c’è niente di quella che la quarta di copertina definisce una spy story: Canfora analizza le fonti e trae le conclusioni sulle cause che si presume abbiano determinato la graduale scomparsa della biblioteca, mistero che l’ha resa leggendaria tanto quanto la sua sterminata collezione di libri (rotoli, in realtà) provenienti da ogni popolo della Terra. La lettura resta comunque interessante, per quel che sono riuscito ad apprendere. E mi ha permesso di aggiungere un volume alla mia libreria, che non sarà sterminata ma è ancora in piedi, la biblioteca di Alessandro.
Luciano Canfora – La biblioteca scomparsa




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