
Altro acquisto in edizione super economica a Più Libri Più Liberi, Casa d’altri viene ricordato come “un racconto perfetto” perché così lo ha definito Eugenio Montale. Ho voluto leggerlo solo per questo, senza sapere nulla della trama ed effettivamente non mi sento di contraddire il buon Eugenio. Solo che – credo – un racconto perfetto deve anche lasciare quel certo grado di soddisfazione che, ad esempio, l’acqua dà agli assetati e io invece è come se avessi bevuto una tisana. Che disseterà pure ma, ecco, non rappresenta esattamente la perfezione. E’ perfetto tuttavia, o almeno calzante, l’esempio: la tisana si accompagna benissimo a questa storia di una tristezza infinita che, insieme al grigio e al freddo, trasmette enorme malinconia e compassione. Ciò nonostante si tratta di una grande opera, va detto. Me ne ricorderò soprattutto durante quelle (rarissime) volte in cui faccio sesso e devo pensare alle guerre e alla fame nel mondo per non raggiungere l’orgasmo. D’ora in poi potrò pensare a Casa d’altri e pure a Silvio D’Arzo, sfigatissimo nei suoi soli 32 anni di vita. Vado a prendere un po’ d’acqua.
Silvio D’Arzo – Casa d’altri




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