Uno, nessuno e ventitré

One Piece

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E niente, ho visto pure One Piece. Non ho mai letto il manga, non ho mai visto l’anime ma li conoscevo entrambi, fenomeno di portata mondiale da oltre vent’anni e ancora in corso. Ho voluto dare un’occhiata al nuovo adattamento televisivo di Netflix e pur ignorando vicende e personaggi devo ammettere che, oltre ad essere divertente, è fatto bene. Potrebbe sembrare un prodotto per adolescenti e in effetti lo è, ma i ragazzi che a fine anni ’90 seguivano su Italia Uno “All’arrembaggio!” (questo il solito nome del cazzo inizialmente attribuito in Italia) adesso sono genitori che guardano saghe tipo Pirati dei Caraibi con i figli. Il riferimento non è casuale perché questo One Piece non ha niente da inviare a produzioni di quella portata, a parte Johnny Depp. Gli elementi c’erano già tutti, servivano competenza e soldi per creare un prodotto il più possibile fedele all’originale. Pare ci siano riusciti, risparmiando su eccessi di buonismo che avrebbero, immagino, modificato inutilmente la storia. Questa prima stagione è solo un pezzetto del mondo infinito di One Piece, racconta di come si incontrato i protagonisti, narrando anche i loro trascorsi, e di come si scontrano con i primi cattivi. Non sono né adolescente né genitore, eppure mi ha incuriosito e mi è sembrata simpatica. Spero di non diventare troppo vecchio prima di vedere la seconda. E nemmeno padre.

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