10 agosto 2011

Ho dormito nella soffitta di questo albergue su un materasso messo per terra. Ho dormito poco e male, per il dolore ai piedi e per qualcuno che russava. La prima oretta (partito alle 8.20) è stata tragica e lenta. Ho capito però che camminando i muscoli si riscaldano, il sangue circola e boh, il passo diventa normale. Non userò più tanti Compeed e cerotti.

Dopo i primi due paesi non immaginavo che avrei dovuto camminare per 7-8 km senza potermi rifornire d’acqua. L’ho razionata con qualche sacrificio. Ricorderò per sempre il tizio con furgoncino e famiglia al seguito che, fermo ad un paio di chilometri da Viana, mi ha offerto una fetta di melone. Provvidenziale. Avevo l’ultimo sorso in bottiglia.

A Viana, molto bella, ero felice quando ho raggiunto la fontanella con il prato intorno. Sono rimasto lì quasi un’ora. Poi è arrivato pure Giovanni che non vedevo da due giorni, incredibile incontrarlo là. Alberto invece è rimasto più indietro, si sono separati.

Nel pomeriggio mi avvio verso Logroño, 10 km ancora. Ho sofferto il caldo come la mattina ma ci sono arrivato. Ho trovato posto in una chiesa. I letti erano tutti occupati così ci hanno sistemato con dei materassini in sagrestia. Simpatico il prete e divertente la cena. Eravamo tanti ma hanno dato da mangiare a tutti. Bello trovarsi a mangiare ad una tavola che arrivava in ogni stanza con gente da mezzo mondo. Ora siamo tutti buttati qui per terra in sagrestia, le donne in una stanza a parte. Non ho il sacco a pelo come gli altri, dormirò lo stesso e mi coprirò con il telo. Le ferite fanno poco male ma non si possono guardare. Speriamo bene anche per domani.


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