Sono cascato anch’io nella trappola del passaparola e, niente, ho finito questo thriller perché si lascia finire, è scorrevole, avventuroso e in pochi, pochissimi punti, un minimo intrigante. Il protagonista poi, pur non essendo ben caratterizzato (come del resto tutti i personaggi), è un tipo che attrae, una specie di Guglielmo da Baskerville. E infatti il romanzo è una via di mezzo tra Il nome della rosa e Il codice da Vinci, senza però averne né l’appeal né quel misticismo storico, anzi scopiazzandone palesemente idee e temi. Insomma, non è un granché ma nemmeno robaccia, potrei perfino regalarlo se non avessi paura di fare una brutta figura.
Marcello Simoni – Il mercante di libri maledetti
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